Nel mondo dei quadrati tutto era a misura dei quadrati, e tutto funzionava, perchè tutti erano quadrati. Ma in una calda domenica estiva avvenne l'impensabile, ciò che nessuno aveva previsto, ciò per cui nessuno era preparato. Nacque un cerchio.
L'avvenimento scosse l'intera società, fino alle più alte cariche del quadratico governo.
In sua presenza ogni accordo diveniva dissonante, e l'eco prodotta terribilmente fastidiosa. Quel cerchio disturbava le geometrie, minava le linearità, e potendo indurre le masse in profonde riflessioni risultava una minaccia per l'integrità morale e comportamentale dell'intera razza. Quel cerchio andava rimosso, annientato, il più rapidamente possibile.
Si decise di adottare la famigerata tattica del disorientamento.
I grandi maestri fecero interdire i suoi genitori, colpevoli di aver messo al mondo quella aberrante creatura, e una volta preso il controllo della situazione misero il cerchio in disparte, lo confinarono, ed iniziarono a bombardarlo di nozioni socio-geometriche, nel tentativo di convincerlo che il pianeta era adatto ad ospitare solo ed unicamente quadrati, e che la sua unica possibilità di sopravvivenza passava dunque attraverso l'insindacabile obbligo di doversi fingere un quadrato.
Cercarono in tutti i modi di farlo rotolare più piano, scimmiottando le movenze dei quadrati, per anni e anni, ma fu tutto inutile, il cerchio era molto più cosciente di quanto loro avevano creduto, e nulla lo avrebbe indotto a rinnegare la propria natura; alla fine i maestri dovettero arrendersi.
Ora quel cerchio corre libero, veloce, spesso dinanzi a sguardi sdegnati, sguardi che però sempre meno riescono a celare l'insostenibile invidia che in loro desta tanta anarchica vitalità.
L'avvenimento scosse l'intera società, fino alle più alte cariche del quadratico governo.
In sua presenza ogni accordo diveniva dissonante, e l'eco prodotta terribilmente fastidiosa. Quel cerchio disturbava le geometrie, minava le linearità, e potendo indurre le masse in profonde riflessioni risultava una minaccia per l'integrità morale e comportamentale dell'intera razza. Quel cerchio andava rimosso, annientato, il più rapidamente possibile.
Si decise di adottare la famigerata tattica del disorientamento.
I grandi maestri fecero interdire i suoi genitori, colpevoli di aver messo al mondo quella aberrante creatura, e una volta preso il controllo della situazione misero il cerchio in disparte, lo confinarono, ed iniziarono a bombardarlo di nozioni socio-geometriche, nel tentativo di convincerlo che il pianeta era adatto ad ospitare solo ed unicamente quadrati, e che la sua unica possibilità di sopravvivenza passava dunque attraverso l'insindacabile obbligo di doversi fingere un quadrato.
Cercarono in tutti i modi di farlo rotolare più piano, scimmiottando le movenze dei quadrati, per anni e anni, ma fu tutto inutile, il cerchio era molto più cosciente di quanto loro avevano creduto, e nulla lo avrebbe indotto a rinnegare la propria natura; alla fine i maestri dovettero arrendersi.
Ora quel cerchio corre libero, veloce, spesso dinanzi a sguardi sdegnati, sguardi che però sempre meno riescono a celare l'insostenibile invidia che in loro desta tanta anarchica vitalità.